Riformatore politico e religioso. Allievo di Abelardo a
Parigi, predicò contro il potere temporale dei papi e i corrotti costumi
del clero adoperandosi per riportare il popolo alla semplicità
evangelica; costretto all'esilio nel 1139, si rifugiò in Francia dove
venne condannato dal Concilio di Sens (1141) insieme ad Abelardo.
Appoggiò la rivoluzione romana del 1143 contro il potere temporale dei
papi guadagnandosi la scomunica da parte di Innocenzo III; catturato da
Barbarossa, in quel frangente alleatosi con Adriano IV, venne condannato a
morte, impiccato e arso e le sue ceneri furono gettate nel Tevere (Brescia 1100
- Roma 1155).